Il Modello Canadese-Texano è rappresentato dal lavoro di Arnold Slive e Monte Bobele: il primo lanciò l’Eastside Family Center a Calgary (Canada), integrando le logiche della TSS in un servizio di walk-in, e il secondo realizzò un servizio simile presso la Our Lady of the Lake University di San Antonio (Texas), dopo un incontro con Slive.
Da allora i due collaborano attivamente insieme, sviluppando un interessante modello di Terapia a Seduta Singola (Bobele & Slive, 2014; Slive & Bobele, 2014).
Come declinato negli articoli precedenti, seppur esistano numerose esperienze di servizi che praticano la Terapia a Seduta Singola, possiamo, per chiarezza espositiva, individuare tre principali modelli: Californiano, Australiano e Canadese-Texano.
I tre modelli, accomunati da principi e linee guida, descritti nell’articolo 11 Linee Guida pratiche per iniziare a fare Terapia a Seduta Singola (clicca qui), si differenziano e caratterizzano per alcune peculiarità.
Il contesto del modello Canadese Texano
Il lavoro di Slive e Bobele si sviluppa all’interno di un walk-in.
I servizi di walk-in sono strutture aperte dove le persone possono accedere senza appuntamento per richiedere una consulenza, come ha già scritto Flavio Cannistrà nell’articolo Psicoterapia ad accesso diretto: la logica e i vantaggi dei walk-in services (clicca qui).
Altra caratteristica dei walk-in è che la persona, nella maggioranza dei casi vista per un’unica sessione, può ripresentarsi al Servizio ma non necessariamente, anzi raramente, incontrerà lo stesso professionista che l’ha accolta la prima volta.
Questi servizi sono caratterizzati da un lavoro di gruppo, gestito da un’équipe di 6 professionisti più un supervisore che monitora il processo.
Nella descrizione del loro modus operandi, gli autori (2014) sostengono che lo scopo generale di una terapia che si realizza all’interno di un walk-in è lasciare alla persona che esce dal servizio un sollievo immediato ed un’incrementata speranza per il futuro, favorendo la nascita di nuovi punti di vista rispetto al tema presentato.
Le idee che devono accompagnare il professionista nella conduzione di una TSS secondo il modello canadese texano sono:
a) Cosa vuole il cliente?
L’obiettivo è comprendere nel minore tempo possibile cosa si aspetta la persona dall’incontro, di cosa ha bisogno “oggi”, ascoltando le speranze ed aspettative che lo hanno accompagnato fino al colloquio.
b) Comprendere il contesto ed il momento
Gli autori esordiscono, per analizzare il momento, con un “Perché ora?”.
c) Focalizzarsi sulle risorse della persona
Orientare la persona a esplorare le risorse, analizzando come queste possano essere usate per la risoluzione del problema.
d) Esplorare le soluzioni tentate
In accordo con il lavoro del MRI, gli autori considerano utile indagare le soluzioni tentate che alimentano il problema.
e) Usare la motivazione del cliente
Nel modello canadese gli autori non aderiscono al concetto di resistenza, ma concordano con il lavoro di De Shazer (1986) che predilige pensare in termini di cooperazione tra cliente e terapeuta, attribuendo al terapeuta la responsabilità di costruire una relazione basata sulla cooperazione.
f) Pensare in piccolo
Un piccolo cambiamento in una singola sessione può innescare un effetto a valanga capace di generare grandi cambiamenti.
g) Esplorare la teoria del cambiamento della persona
In accoro con Duncan e Miller (2000), nei walk-in condotti secondo il modello Canadese Texano, i professionisti invitano le persone a guidarli verso cosa potrebbe maggiormente essere loro di aiuto.
h) Utilizzare strategie della Terapia centrata sulla Soluzione
Una serie di tecniche finalizzate a spostare il focus della persona dal problema alla soluzione.
Le fasi della seduta
Bobele and Slive (2014) descrivono il format di una TSS, che seguendo le linee originali, descritte da Hoyt e colleghi (1996), integra i principi della Terapia Breve orientata alla soluzione di De Shazer.
La Terapia a Seduta Singola praticata nel modello Canadese Texano prevede 6 sessioni di lavoro cosi distribuite:
- Pre sessione, 5/10 minuti dedicati alla raccolta dei dati e delle aspettative. Quando le persone entrano sono accolte in una sala di attesa molto confortevole: obiettivo è mettere le persone fin da subito in una condizione di rilassatezza e tranquillità prima dell’inizio della sessione di lavoro. In questo spazio le persone sono invitate a compilare un questionario, descritto nell’articolo Come un semplice questionario può migliorare una Seduta Singola (clicca qui), da un membro dello staff mentre gli altri membri dell’équipe preparano la sessione;
- Colloquio, in cu si dedica particolare attenzione alla definizione degli obiettivi;
- Break per la consultazione con il team, 5/10 minuti in cui il terapeuta può sviluppare un piano di azione da restituire
- Chiusura;
- Homework, quando ritenuto opportuno;
- Incontro con lo staff, per verificare la sessione e stabilire cosa è andato bene e cosa poteva essere affrontato diversamente.
Conclusioni
Come già esplicitato il modello Canadese Texano è uno dei tre principali modelli, oltre al recente Modello dell’Italian Center for Single Session Therapy che stiamo divulgando in Italia.
Mi preme ricordare che, sebbene in Italia sia poco tempo che si parli di TSS, in altre parti del mondo è un approccio utilizzato da oltre 30 anni.
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Co-Founder dell’Italian Center for Single Session Therapy
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Bibliografia
Duncan, B. & Miller, S. (2000). The client’s theory of change: Consulting the client in the integrative process. Journal of Psychotherapy Integration, 10(2), 169-187.
Duncan, B. & Miller, S. (2000). The heroic client: Doing Client-directed, outcome-informed therapy. San Francisco: Jossey –Bass
Hoyt, M.F. & Talmon, M. (eds.) (2014). Capturing the Moment. Single Session Therapy and Walk-In Services. Bancyfelin, UK: Crown House.
Slive, A. & Bobele, M. (2011). When One Hour is All You Have. Phoenix: Zeig, Tucker & Theisen.
Slive, A. & Bobele, M. (2014). One Session at a time: When you have a Whole Hour. In M.F. Hoyt & M. Talmon (eds.) (2014), op. cit., p. 100.
De Shazer, S. (1985). Keys to solution in brief therapy. New York: W W Norton & Co.