11 Linee Guida pratiche per iniziare a fare Terapia a Seduta Singola

psicoterapia seduta singola

11 Linee Guida pratiche per la TSS.

Nello scorso articolo abbiamo parlato dei 10 Principi Generali da adottare per cominciare a integrare la Terapia a Seduta Singola nella propria pratica: oggi vediamo 11 Linee Guida pratiche.

Come già detto, si tratta delle Linee Guida originariamente presentate dal gruppo di Rosenbaum, Hoyt & Talmon (1992) e da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti. Inoltre in un articolo non pensiamo di poter essere esaustivi.

Nonostante ciò, sono molto utili per il clinico che voglia cominciare a integrare la TSS nel proprio studio, dando dei riferimenti precisi. A questi, poi, si può aggiungere la lettura del nostro EBook gratuito Terapia a Seduta Singola. Un’introduzione a principi e pratiche.

Dai principi generali alle Linee Guida

I Principi Generali e le ricerche dei 3 autori condussero a definire alcune Linee Guida rispetto all’intervento clinico con la Terapia a Seduta Singola. Da allora c’è stata un’evoluzione nella letteratura e diversi Centri in tutto il mondo hanno ampliato e personalizzato la pratica. Nel nostro workshop in Terapia a Seduta Singola spieghiamo le ultime evoluzioni e l’adattamento al contesto italiano.

Intanto, però, è interessante vedere queste prime Linee Guida indicate

  1. Semina il cambiamento, attraverso induzione e preparazione: di questo concetto abbiamo recentemente parlato al X Congresso Nazionale della Società Italiana di Ipnosi. Chi ha familiarità con l’approccio ericksoniano avrà intuito di cosa si parla, ma in generale il principio è applicabile facilmente da qualunque terapeuta. In generale, occorre disseminare, lungo tutta la seduta (e anche nella fase pre-seduta, quando possibile), la possibilità che il cambiamento può avvenire anche in quel singolo incontro.
  2. Sviluppa un’alleanza terapeutica: se questo è un principio cardine di qualunque psicoterapia, nella TSS in particolare l’allenza va sviluppando anche co-creando con il cliente obiettivi di trattamento precisi e concretamente realizzabili
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  3. Disponi del tempo sufficiente per completare ogni sessione di lavoro: evita di arrivare alla fine della seduta con grandi vuoti ancora da trattare. Questo, tuttavia, non significa che occorre tanto tempo. Molti pensano che per fare una TSS occorrano sedute più lunghe di quelle canoniche: falso. Nella pratica dei diversi Centri che abbiamo studiato abbiamo visto TSS di 50, 60, 90 e anche solo 30 minuti. Tutte efficaci. Molto dipende dal contesto e molto dall’impostazione del terapeuta. D’altronde, se hai letto l’articolo precedente, ricorderai che un Principio Generale è che “di più non è necessariamente migliore“.
  4. Trova dei modi per soddisfare i clienti nella loro visione del mondo e, allo stesso tempo, offri una nuova prospettiva o speranza circa la possibilità di vedere ed agire in modo diverso. In questi casi si parla ancora una volta di “parlare il linguaggio del cliente”, anziché imporgli la propria visione di cosa è giusto o sbagliato, o di cosa è normale o patologico.
  5. Vai piano, fai focalizzare al cliente le sue risorse ed i punti di forza: questa è sicuramente la chiave di ogni Terapia a Seduta Singola.
  6. Focalizzati sugli accordi cardine: questo è un concetto sviluppato dal lavoro di Hoyt e colleghi. Si tratta di individuare quei momenti, quelle questioni, quei punti che si rivelano essere chiave per il raggiungimento dell’obiettivo fissato in seduta. Su di essi sarà opportuno imperniare la seduta e il punto di cambiamento.
  7. Prediligi soluzioni pratiche: usa la sessione per aiutare la persona a ricercare soluzioni che ispirino speranza, disponibilità al cambiamento e prospettive future. Ricorda che, se vedi il paziente una volta a settimana, le 167 ore che non passa con te le passa là fuori. Non è un controsenso rispetto alla Seduta Singola: infatti se ben ricordi il principio della TSS è “massimizzare l’efficacia di ogni singola seduta – che può essere l’unica”.
  8. Considera la possibilità di prenderti una pausa durante l’intervento, per puntualizzare e focalizzare alcuni punti: i sistemici conoscono bene questa tecnica e molti la usano. Non è tuttavia obbligatoria, ma potrebbe essere utile per il clinico che comincia a usare la TSS, perché permette di prendersi 5-10 minuti per fare mente locale e preparare indicazioni pratiche da dare al paziente.
  9. Lascia alcuni minuti per le considerazioni finali: aiuta la persona ad avere il senso che quanto svolto sia stato completato e soddisfacente. Gli psicoanalisti e tanti altri professionisti parlano di restituzione; i terapeuti solution-focused parlano di “spazio per i complimenti”. Molti approcci, in realtà, si danno uno spazio finale: nella TSS questo viene usato in buona parte per massimizzare il senso di competenza della persona.
  10. Dai feedback, restituisci alla persona la capacità di comprendere e di procedere nei cambiamenti: ricorda che è lei che, una volta uscita dallo studio, dovrà confrontarsi con i propri problemi. Ricorda di non esimerti dal darle compiti pratici, prescrizioni o indicazioni.
  11. Lascia la Porta Aperta: offri sempre al cliente la possibilità di decidere se un’unica sessione sia stata sufficiente

Conclusioni

Pur avendo declinato l’esistenza di diversi modi e la possibilità per diversi approcci di praticare la TSS, come Italian Center for Single Session Therapy abbiamo sintetizzato, sulla base delle numerose ricerche e della nostra formazione in California e Australia, delle Linee Guida adattate al contesto italiano, per praticare la Terapia a Seduta Singola riuscendo a massimizzare l’effetto di ogni singolo e spesso unico incontro.

Nei prossimi articoli approfondiremo ulteriormente principi e pratiche, parlando di altri studi e di evoluzioni più recenti. Se poi vuoi una formazione completa, il 28 e 29 gennaio 2017 saremo a Roma, con il workshop in Terapia a Seduta Singola.

Federico Piccirilli & Flavio Cannistrà
Psicologi, psicoterapeuti
Co-Founder e Founder dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Bibliografia

Hoyt, M.F. & Talmon, M. (eds.) (2014a). Single Session Therapy and Walk-In Services. Bancyfelin, UK: Crown House (in traduzione).
Hoyt, M.F. & Talmon, M. (2014b). Editors’ Introduction: Single Session Therapy and Walk-In Services. In M.F. Hoyt & M. Talmon (eds.) (2014a), op. cit., pp. 2-26.
Slive, A. & Bobele, M. (2014). One Session at a time: When you have a Whole Hour. In M.F. Hoyt & M. Talmon (eds.) (2014), op. cit., pp. 95-119.
Rosenbaum, R., Hoyt, M.F. & Talmon, M. (1990). The Challenge of Single-Session Therapies: Creativing Pivotal Moments. In R.A. Wells & V.J. Giannetti (eds), Hanbook of the Brief Psychotherapies, New York-London: Plenum Press, pp. 165-189.
Talmon, M. (1990). Single Session Therapy. San Francisco: Jossey-Bass (Tr. it. Psicoterapia a seduta singola. Milano: Erickson).

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Federico Piccirilli