Il Modello Walk-in Together (WIT): uno studio pilota di Terapia a Seduta Singola Familiare Senza Appuntamento (Parte 2)

Il Modello Walk-in Together (WIT): uno studio pilota di Terapia a Seduta Singola Familiare Senza Appuntamento (Parte 2)

Obiettivo dell’articolo di oggi è quello di presentare la seconda parte dello studio pilota presentato nell’articolo precedente, che ha valutato l’efficacia del servizio di terapia familiare senza appuntamento realizzato online, il Walk-in Together (WIT) (Hartley et al., 2023), evidenziando in l’impatto avuto sui professionisti.

Il modello Walk-in Together (WIT), sviluppato dal Bouverie Centre di Melbourne, Australia, offre un servizio di terapia familiare a sessione singola, online e senza appuntamento. Il servizio è stato creato nel periodo della pandemia COVID-19, per affrontare la crescente domanda di supporto psicologico, in un momento in cui le restrizioni sanitarie limitavano l’accesso ai tradizionali servizi di salute mentale.

Il WIT si propone di aumentare l’accessibilità al servizio, consentendo alle famiglie di ricevere supporto immediato senza liste di attesa o la realizzazione di complesse procedure di ammissione.

Riprendiamo i principi su cui si basa il Modello WIT

Il modello si fonda su tre idee principali: 

  1. Le famiglie sono resilienti e possono risolvere i propri problemi con un supporto minimo (Cait et al., 2017; Levin et al., 2018).
  2. Un “orientamento guidato dal cliente” (Miller & Slive, 2004) rende il lavoro terapeutico più efficace, poiché i terapeuti definiscono gli obiettivi insieme alle persone che chiedono aiuto.
  3. Un aiuto tempestivo può favorire cambiamenti positivi, sfruttando la spinta motivazione del momento (Elliott et al., 2020).

Il WIT non ha criteri di ammissione, lunghe liste d’attesa o processi di screening da superare. I partecipanti possono accedere al servizio, prenotando una sessione settimanale. Ogni sessione coinvolge un team di tre terapeuti che lavorano insieme online, fornendo un supporto tempestivo e altamente collaborativo.

 

Condividiamo l’impatto del WIT sul lavoro dei professionisti

La seconda parte dello studio ha coinvolto 7 terapeuti, i quali hanno valutato positivamente il modello WIT, ritenendolo utile e tempestivo. I terapeuti hanno sottolineato l’importanza di un approccio flessibile e di adattamento alle necessità specifiche delle famiglie, che rende il modello particolarmente efficace.  

I sette terapeuti coinvolti nello studio hanno condotto tra 3 e 58 sessioni, nel corso di sei mesi di servizio, evidenziando diverse dinamiche e buone pratiche per l’applicazione del modello di servizio sperimentato.

Per la valutazione i professionisti sono stati invitati a rispondere a diversi quesiti relativi agli elementi che hanno permesso la realizzazione di interventi di successo, le criticità, i punti di forza e limiti del servizio, le risorse, le applicazioni future e le idee di sviluppo.

Elementi di successo nelle sessioni WIT

  • Tutti i terapeuti hanno concordato sugli elementi fondamentali di una sessione efficace, tra questi il più importante è stato quello della tempestività. Il fattore tempo si è rivelato cruciale per intercettare le famiglie quando la motivazione al cambiamento era più alta, sfruttando la flessibilità del modello online. Secondo i terapeuti, infatti, massimizzare l’opportunità di lavorare con le persone nel momento in cui chiedono aiuto, rende l’intervento maggiormente funzionale, in quanto queste ultime si presentano nel momento esatto in cui sono pronte per ricevere quella tipologia di supporto.
  • L’approccio centrato sulla famiglia, la “normalizzazione” delle difficoltà e la chiarezza sugli obiettivi della sessione sono stati ritenuti ulteriori elementi chiave. La possibilità di fornire feedback riflessivi e osservazioni immediate ha contribuito a costruire nelle famiglie la percezione dell’efficacia della seduta singola, rinforzando l’idea che l’intervento oltre a fornire supporto potesse convalidare anche le risorse della famiglia.
  • Tra le azioni terapeutiche più efficaci, i professionisti hanno evidenziato la capacità di chiarire le finalità dell’intervento, contestualizzare le difficoltà, formulare ipotesi sui modelli relazionali e co-creare strategie di intervento, anche utilizzando tecniche come domande circolari e riformulazioni positive (Boszormenyi-Nagy, 1966; Boszormenyi-Nagy e Spark, 2013; Selvini et al., 1980).

 

Elementi di insuccesso e criticità

  • Secondo i terapeuti gli elementi critici che hanno portato a sessioni meno efficaci sono stati rappresentati dai limiti temporali che impedivano di instaurare un rapporto più approfondito, in particolare con i bambini. La gestione, in ambiente online senza appuntamento, di famiglie con elevato conflitto, membri disregolati o con bisogni complessi (es. bambini con problematiche dello spettro autistico). Infine in alcune occasioni la mancanza di una direzione chiara e di obiettivi condivisi, evidenziando la necessità di una pianificazione più strutturata.

 

Appropriatezza dell’intervento e limiti del modello WIT

  • Tutti i terapeuti hanno rilevato la versatilità del modello WIT, ritenuto applicabile a diverse tipologie di famiglie e situazioni. Tuttavia, si è sottolineata la necessità di una valutazione più accurata nelle situazioni complesse come nel caso di violenza domestica, abusi o coinvolgimento legale, dove la presenza di un team multidisciplinare e procedure di gestione del rischio sono fondamentali. Infine la configurazione a tre terapeuti, con un osservatore, garantisce un ambiente più sicuro e supporta la riflessione terapeutica, migliorando le possibilità di cambiamento (Andersen, 1995; Anderson & Jensen, 2018).

 

Ruolo del supporto amministrativo e risorse

  • Il supporto del team amministrativo si è rivelato un altro elemento essenziale, specialmente per superare le barriere tecnologiche e preparare le famiglie alla sessione. La presenza di tre terapeuti per seduta è stata considerata necessaria per gestire il rischio, raccogliere informazioni in tempo reale e facilitare la riflessione post-sessione, che rappresenta uno dei meccanismi più efficaci di supporto al cambiamento.

 

Applicazioni future e opportunità di espansione

  • Il modello WIT mostra potenzialità di applicazione in settori come la tutela dell’infanzia, la gestione dei casi di violenza familiare e situazioni di emergenza, grazie alla sua natura di intervento immediato e senza appuntamento. La possibilità di coinvolgere famiglie in orari dedicati o di offrire consulenze di secondo livello ai professionisti del settore potrebbe ampliare l’accesso ai servizi, raggiungendo anche famiglie che altrimenti non si presenterebbero o non soddisfano i criteri di coinvolgimento tradizionali.

Conclusioni

Il progetto pilota ha dimostrato quindi che la terapia familiare breve, erogata online senza appuntamento, è praticabile, ben accettata e con effetti positivi a breve termine sia per le famiglie che per i terapeuti. La strutturazione di un modello che prevede più professionisti e un supporto amministrativo efficace si è rivelata strategica. Le prospettive future includono l’espansione del modello in altri servizi e contesti di emergenza, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità e la tempestività degli interventi terapeutici.

 

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Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy

Bibliografia

Andersen, T. (1995) Reflecting processes; acts of informing and forming: you can borrow my eyes, but you must not take them away from me! In: Friedman, S. (Ed.) The reflecting team in action: collaborative practice in family therapy. GuilfordnPress, pp. 11–37.

Anderson, H. & Jensen, P. (Eds.) (2018) Innovations in the reflecting process.Routledge.

Boszormenyi-Nagy, I. (1966). From family relationships to a psychology of relationships: fictions of the individual and fictions of the family. Comprehensive Psychiatry, 7(5), 408–423.

Boszormenyi-Nagy, I. & Spark, G. (2013) Invisible loyalities: reciprocity in intergenerational family therapy.  Routledge.

Cait, C.A., Skop, M., Booton, J., Stalker, C.A., Horton, S. & Riemer, M. (2017) Practice-based qualitative research: participant experiences of walk-in counselling and traditional counselling. Qualitative Social Work, 16(5), 612–630.

Elliott, A., Dokona, J. & von Doussa, H. (2020) Following the river’s flow: a conversation about single session approaches with Aboriginal families. Australian and New Zealand Journal of Family Therapy, 41(3), 249–257.- Levin, M., et al. (2018). 

Hartley, E., Moore, L., Knuckey, A., von Doussa, H., Painter, F., Story, K. et al. (2023) Walk-in Together: A pilot study of a walk-in online family therapy intervention. Australian and New Zealand Journal of Family Therapy, 44, 127–144.

Levin, S.B., Gil-Wilerson, A. & Rapini De Yatim, S. (2018) Single-session walk-ins as a collaborative learning community at the Houston Galveston Institute. In: M.F. Hoyt, M. Bobele, A. Slive, J. Young & M. Talmon (Eds.) Single-session therapy by walk-in or appointment: administrative, clinical and supervisory aspects of one-at-a-time services. Routledge.- Miller, W. R. (2008). 

Miller, J.K. & Slive, A. (2004) Breaking down the barriers to clinical service delivery: walk-in family therapy. Journal of Marital and Family Therapy, 30(1), 95–103.

McLean, S.A., Booth, A.T., Schnabel, A., Wright, B.J., Painter, F.L. & McIntosh, J.E. (2021) Exploring the efficacy of telehealth for family therapy through systematic, meta-analytic, and qualitative evidence. Clinical Child and Family Psychology Review, 24(2), 244–266.  

Selvini, M.P., Boscolo, L., Cecchin, G. & Prata, G. (1980) Hypothesizing-circularity neutrality: three guidelines for the conductor of the session. Family Process, 19(1), 3–12.

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Angelica Giannetti