Nell’articolo di oggi parleremo dei benefici della Terapia a Seduta Singola in seguito a grandi eventi traumatici.
Tale tematica è stata già affrontata in un precedente articolo in cui attraverso la descrizione di un caso clinico relativo all’esperienza di una donna coinvolta nel terremoto di Haiti del 2010, è stato possibile osservare come il metodo della TSS può essere concretamente utilizzato nell’intervento post disastro (Guthrie, 2016).
In questo articolo invece approfondiremo i benefici dell’attivazione di servizi di Terapia a Seduta Singola in caso di disastri (es. terremoti, uragani, naufragi).
Qual è la situazione generale dei servizi di salute mentale in caso di eventi catastrofici?
Per rispondere a questa domanda bisogna prima fare una distinzione tra gli interventi di salute mentale post-disastro forniti nei paesi ad alto reddito e quelli forniti dai paesi a reddito medio-basso.
Quando avviene un disastro in paesi ad alto reddito, generalmente i professionisti della salute mentale incontrano almeno una volta la persona sopravvissuta all’evento. In tale occasione dopo aver fornito gli interventi psicosociali iniziali, la persona viene indirizzato ai servizi di salute mentale territoriali per un follow-up oppure per intraprendere un percorso terapeutico specifico in base alle necessità.
Quando invece le catastrofi avvengono nei paesi a medio o basso reddito?
Quando si verificano disastri nei paesi a reddito medio-basso, l’accesso agli incontri di follow-up e al trattamento dei problemi conseguenti all’evento disastroso potrebbe non essere disponibile o avere capacità limitate.
Quali sono gli ostacoli all’accesso ai servizi di salute mentale?
I principali ostacoli all’accesso alle diverse tipologie d’intervento possono essere la presenza di servizi di assistenza primaria e secondaria sottosviluppati e con scarse risorse, il deterioramento delle infrastrutture sanitarie e la limitata disponibilità di professionisti sanitari.
Quali conseguenze può comportare tale situazione?
In seguito ai disastri, i sopravvissuti si trovano di fronte al difficile compito di ricostruire le proprie vite e le proprie comunità. Molte persone sentono di aver subito una pesante minaccia per la propria vita e quella dei propri cari, altri sperimentano la morte dei familiari e delle persone significative nella loro vita. Molte comunità potrebbero vivere una grave distruzione delle infrastrutture.
Che si tratti di un disastro naturale o di un altro evento catastrofico, sia i testimoni che i sopravvissuti possono provare un senso di paura e ansia per il futuro. Non trovare l’aiuto necessario per superare il trauma subito può comportare la comparsa di problematiche più gravi e un prolungamento della sofferenza.
Perché quindi sono importanti gli interventi di salute mentale post-disastro?
Come risultato dell’evoluzione della ricerca sugli effetti dei disastri sulla salute mentale, i ricercatori sottolineano che tutti gli individui colpiti dall’esperienza psicologica del disastro sperimentano un certo livello di disagio (Galea, Nandi e Vlahov, 2005; Green, 1998; Norris, Friedman e Watson, 2002a; Norris, Friedman, Watson, Byrne, Diaz e Kanisty, 2002; Nord, 2007; Rubonis & Bickman, 1991).
Nell’ambito della ricerca è stato riscontrato un largo consenso sul fatto che in seguito ai disastri i servizi sanitari dovrebbero essere integrati agli interventi sull’emergenza e agli interventi medici per garantire l’identificazione dei bisogni di salute mentale, il triage, l’indirizzamento ai servizi appropriati e l’intervento diretto.
Come vengono gestiti gli interventi nei paesi ad alto reddito?
Nei paesi ad alto reddito, gli interventi di salute mentale post-disastro possono includere il primo soccorso psicologico (PFA), il debriefing psicologico sotto forma di debriefing da stress per incidenti critici (CISD) e l’intervento di crisi (CI). Questi interventi hanno lo scopo di fornire un intervento precoce per affrontare il disagio emotivo, fornire supporto emotivo e rassicurazione sul recupero e collegare le persone ai servizi per soddisfare i loro bisogni immediati.
Tuttavia, nei paesi a reddito medio-basso, l’accesso a questi interventi potrebbe essere limitato a causa delle risorse sanitarie scarse e delle infrastrutture danneggiate. Ciò significa che molti sopravvissuti potrebbero non ricevere il supporto di cui hanno bisogno per affrontare le conseguenze psicologiche del disastro.
In che modo la Terapia a Seduta Singola può rappresentare un vantaggio in tali circostanze?
- La Terapia a Seduta Singola fornisce un intervento accessibile per la salute mentale post-disastro quando non esiste accesso o continuità al trattamento.
- La TSS promuove le competenze cliniche e psicoterapeutiche esistenti dei professionisti.
- Il metodo della TSS garantisce che il cliente lasci la singola sessione con un piano d’azione specifico.
Nella TSS, il terapeuta e i clienti formulano obiettivi condivisi che consentono di trovare o creare risposte che funzionino all’interno della loro esperienza vissuta, sfruttando al massimo le capacità innate di guarire se stessi. La TSS si concentra sui problemi così come si verificano nel presente (Slive, McElheran & Lawson, 2008) e nel contesto dell’esperienza vissuta, delle relazioni e della comunità culturale dei clienti, premesse fondamentali per costruire un rapporto di collaborazione con il cliente.
Conclusione
In conclusione, le differenze nell’accesso alle cure di salute mentale post-disastro tra paesi ad alto reddito e a reddito medio-basso possono avere un impatto significativo sul recupero a lungo termine dei sopravvissuti. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni a rafforzare i sistemi sanitari e a fornire risorse adeguate per garantire che tutti coloro che sono colpiti da un disastro possano accedere agli interventi di salute mentale di cui hanno bisogno, indipendentemente dal loro paese di provenienza.
Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche”. e a uno dei nostri workshop (clicca qui).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy
Bibliografia
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Norris, F.H., Friedman, M.J. e Watson, P.J. (2002a). 60,000 disaster victims speak, part II: summary and implications of the disaster mental health research. Psychiatry, 65(3), 240-260.
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