Terapia a Seduta Singola in ambito pediatrico: l’importanza di un approccio basato sui punti di forza per le famiglie che convivono con disturbi cronici

Terapia a Seduta Singola in ambito pediatrico: l’importanza di un approccio basato sui punti di forza per le famiglie che convivono con disturbi cronici

Nell’articolo di oggi parleremo di uno studio che ha valutato l’efficacia della Terapia a Seduta Singola con pazienti pediatrici che presentavano disturbi neurologici (DN) e le loro famiglie. Nella ricerca sono state prese in esame l’autoefficacia, il disagio, l’ansia, l’alleanza terapeutica e la soddisfazione del cliente rispetto all’intervento di TSS ricevuto per specifici bisogni (Mulligan, Olivieri, Young, Lin, Anthony, 2022)

 

 

Perché e importante conoscere questo studio?

Attualmente questo è il primo studio che ha esaminato l’utilizzo della TSS all’interno di un ospedale pediatrico, fornendo un contributo alla letteratura empirica che esplora l’implementazione e la valutazione della Terapia a Seduta Singola nell’assistenza sanitaria pediatrica.

 

 

Di quale studio parliamo?

Lo studio condotto nel 2013 presso l’Hospital for Sick Children (Sick Kids) ha previsto l’erogazione della Neurology Social Work Single Session Clinic (NSWSSC) ovvero un intervento di Terapia a Seduta Singola offerto su appuntamento da assistenti sociali a pazienti pediatrici con disturbi neurologici (DN) e alle loro famiglie. 

 

Cosa sono i Disturbi Neurologici (DN)?

I DN sono un gruppo eterogeneo di disturbi che colpiscono il sistema nervoso e includono disturbi legati al mal di testa, ictus, epilessia, disturbi neuromuscolari e disturbi del movimento. Circa un bambino su sei può presentare un DN, mostrando spesso difficoltà nella parola, nelle capacità motorie, nell’apprendimento e nella gestione delle emozioni. Ciò comporta un carico emotivo per i pazienti e le famiglie, con conseguenti sfide psicosociali e un impatto sulla qualità della vita correlata alla salute.

 

 

Vediamo ora lo studio su cosa si è focalizzato!

Lo studio si è focalizzato sulle due seguenti domande di ricerca:

  1. La TSS, come intervento che integra modelli terapeutici brevi e narrativi, ha un impatto sull’autoefficacia, sul disagio, sull’ansia, sull’alleanza terapeutica e sulla soddisfazione del cliente nei pazienti pediatrici con DN e nelle loro famiglie?
  2. Quali sono le esperienze dei pazienti e delle famiglie che usano la TSS e le loro percezioni sul fatto che la TSS soddisfi i loro bisogni?

 

 

Lo studio

Il progetto di studio ha previsto l’utilizzo di metodi misti che includevano sia la raccolta di dati quantitativi tramite questionari standardizzati, sia la raccolta di dati qualitativi attraverso interviste semi-strutturate.

Le interviste sono state somministrate a 135 partecipanti, inclusi pazienti, genitori e fratelli in diverse condizioni neurologiche. 

 

 

Quali dati sono stati rilevati?

  • A livello quantitativo

I punteggi di autoefficacia e ansia nei bambini e angoscia e ansia negli adulti sono migliorati significativamente dopo la TSS. In particolare, i cambiamenti nell’ansia negli adulti sono rimasti significativi da cinque a sette settimane dopo l’intervento singolo. 

  • A livello qualitativo

I diciassette partecipanti che hanno partecipato alle 12 interviste semi-strutturate hanno inoltre dichiarato che la TSS:

  1. Era un tassello mancante nell’assistenza clinica in corso: molti partecipanti hanno riscontrato che la relazione terapeutica con il proprio assistente sociale era unica e che non era sempre presente negli incontri con altri operatori sanitari. Molti partecipanti hanno notato che l’approccio collaborativo con l’assistente sociale sembrava un cambiamento rispetto alle tradizionali valutazioni mediche.

 

  1. Ha evidenziato i punti di forza e la resilienza esistenti: l‘utilizzo della TSS come approccio alla terapia basato sui punti di forza ha consentito ai pazienti e alle famiglie di identificare le competenze esistenti, incoraggiando le persone ad applicare tali abilità alle problematiche attuali. La natura collaborativa della TSS inoltre ha consentito ai partecipanti di individuare i bisogni urgenti, concentrandosi su obiettivi piccoli e raggiungibili. Ciò ha incoraggiato molti partecipanti a immaginare e perseguire i propri obiettivi con crescente slancio e motivazione.

 

  1. ha avuto un impatto duraturo oltre la singola: nello specifico i partecipanti hanno evidenziato come l’approccio basato sui punti di forza abbia incoraggiato una visione incentrata sul futuro, aumentando la motivazione a continuare a lavorare sul raggiungimento degli obiettivi. 

 

 

Conclusioni

Come approccio innovativo alla pratica clinica, la TSS può essere particolarmente adatta per i pazienti con un Disturbo Neurologico e le loro famiglie. I pazienti pediatrici con DN richiedono una gestione permanente di sintomi che possono comportare un importante carico emotivo e stress. La Terapia a Seduta Singola, attingendo alle competenze dei pazienti esistenti, potrebbe quindi rappresentare una promettente scelta di trattamento per supportare le preoccupazioni a breve e a lungo termine dei pazienti con ND e le loro famiglie. 

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

 

Bibliografia.

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.

Mulligan J., Olivieri H., Young K., Lin J. &  Anthony S. J. (2022). Single session therapy in pediatric healthcare: the value of adopting a strengths-based approach for families living with neurological disorders, Child Adolesc Psychiatry Ment Health, 22;16(1):59.

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Angelica Giannetti