Le potenzialità della Terapia a Seduta Singola

Le potenzialità della Terapia a Seduta Singola

Obiettivo dell’articolo di oggi è quello di condividere alcune riflessioni sulla Terapia a Seduta Singola al fine di rivelarne le potenzialità.

Attraverso la disamina di quattro malintesi sulla TSS (Young, 2018), scopriremo come tale metodo rappresenti un modo di erogare un servizio flessibile, diversificato e generativo in quanto in grado di sviluppare pratiche trasparenti orientate al cliente, servizi per la salute mentale altamente accessibili, reti tra servizi, discipline e approcci terapeutici diversi.  

 

Vediamo ora i quattro malintesi sulla TSS!

  1. La TSS è considerata un modello di terapia specifico.

Spesso la TSS è associata a vari modelli di terapia come la Terapia Centrata sulla Soluzione, la Terapia Narrativa o la Terapia Cognitiva oppure è descritta come un approccio terapeutico specifico. Questa visione oltre a non essere corretta è limitante in quanto crea la falsa credenza che i terapeuti con diversi background teorici non possano abbracciare la TSS e implementarla nella loro pratica (Hubble, et al., 1999).

Quando la Terapia a Seduta Singola invece viene concepita come un approccio alla pratica terapeutica o un modo di erogare un servizio (Campbell, 2012), si apre subito la possibilità di integrarla con diversi approcci senza modificare la filosofia del cambiamento specifica del modello terapeutico utilizzato.

 

  1. La TSS viene descritta come una terapia breve invece che come una possibile risposta alla ricerca di aiuto da parte delle persone.

La convinzione che la Terapia a Seduta Singola sia una forma di terapia breve che limita la possibilità d’intervento, stabilendo un numero prestabilito di sessioni è una delle ragioni principali per cui alcuni professionisti non si avvicinano al metodo.

Un sistema di servizi basato sull’erogazione della TSS invece può essere utilizzato per gestire risorse limitate, pur mantenendo un servizio rispondente alle esigenze dei clienti. Infatti, se la Terapia a Seduta Singola da un lato riduce il numero di sessioni, dall’altro lato non sostituisce tutta una serie di servizi come ad esempio la terapia a lungo termine, la terapia a breve termine o quella “intermittente durante tutto il ciclo di vita” (Cummings, 1990).

Per coloro che vogliono implementare la TSS è importante ricordare che se le persone dopo una sessione chiederanno un altro intervento non solo quest’ultimo dovrebbe essere reso disponibile, ma dovrebbe essere visto come un effetto stesso della Terapia a Seduta Singola.

 

  1. La TSS è adatta solo a clienti che affrontano problemi semplici.

Alcuni terapeuti ritengono che la TSS non sia adatta per affrontare problemi complessi. Tali professionisti presumono che esista una relazione diretta tra la complessità e il tempo in cui i clienti rimangono in terapia e che affrontare problemi complessi richieda un cambiamento “profondo” che può verificarsi solo con un lavoro a lungo termine, molto forte e radicato. Tuttavia tale collegamento non è supportato dalla ricerca (Talmon 1990, Hoyt & Talmon, 2014).

Concentrarsi su ciò che si può ottenere “sfruttando al massimo” la prima sessione, con la sicurezza di avere a disposizione ulteriori sessioni se necessario, può aiutare a far sembrare meno opprimente l’approccio a problemi complessi. Per chiarire questo aspetto basti pensare che se la TSS fosse integrata in un sistema di servizi in cui dopo una sessione iniziale, fossero disponibili altri servizi in base alle necessità dei clienti, ciò consentirebbe al professionista e all’organizzazione di evitare la decisione “difficile se non impossibile” di stabilire chi è adatto e chi non è adatto per una “sessione una tantum”.

 

  1. La TSS non prevede altre sessioni.

L’idea più dannosa per l’espansione della TSS come modello di erogazione di servizi è il malinteso secondo cui il metodo si riferisce solo ed esclusivamente a trattamenti di una sola sessione. Per gli scettici della Terapia a Seduta Singola, l’idea che il trattamento debba idealmente essere limitato a una sessione, alimenta il pregiudizio secondo cui la TSS miri a ridurre le risorse per la terapia piuttosto che a sfruttare al massimo le risorse sanitarie disponibili.

Per coloro, inoltre, che ritengono che una TSS efficace non debba prevederne altre, crea una pressione inutile sul terapeuta e invalida la possibilità che le persone possano tornare per altre sessioni.

 

Conclusioni

Dalla riflessione sui principali fraintendimenti sulla Terapia a Seduta Singola è importante ricordare che tale metodo per esprimere al massimo le sue potenzialità deve essere concepito come modello di fornitura di servizi, e non come un modello di terapia breve. Tale approccio alla Terapia a Seduta Singola permette di considerarla un veicolo per far accedere più facilmente le persone ai servizi di salute mentale, rispettandone le necessità dei clienti. Inoltre la sua struttura potrebbe avere un impatto sia sull’accesso ad altre forme di terapia, sia sulla fornitura di altri servizi non terapeutici (es. fisioterapia, consulenza legale, consulenza finanziaria, aiuto domiciliare), creando una sinergia di risorse tra varie discipline.

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a Seduta Singola. Principi e pratiche”. e a uno dei nostri workshop (clicca qui).

 

Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Team dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

 

Bibliografia

Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a Seduta Singola: Principi e pratiche. Giunti Editore.

Campbell, A. (2012). Single-session approaches to therapy: Time to review. Australian and New Zealand Journal of Family Therapy, 33(1), 15-26.

Cummings, N. (1990). The Credentialing of Professional Psychologists and Its Implication for the Other Mental Health Disciplines. Journal of Counseling & Development, Vol. 68, Issue 5.

Hoyt, M. F., & Talmon, M. (Eds.). (2014). Capturing the moment: Single session therapy and walk-in services. Crown House Publishing Limited.

Hubble M.A., Duncan B. L., Miller S.D., Wampold B.E. (1999). The Heart and Soul of Change: Delivering What Works in Therapy. American Psychological Association.

Young, J. (2018). Single-Session Therapy: The Misunderstood Gift that Keeps On Giving in Michael F.H., Bobele M., Slive A., Young J., Talmon M. (A cura di). Single Session Therapy by Walk-in or Appointment. Administrative, Clinical, and Supervisory Aspects of One-at-a-Time Services. Routuledge.

Talmon, M. (1990). Terapia a seduta singola: massimizzare l’effetto del primo (e spesso unico) incontro terapeutico. Jossey-Bass.

 

.

Iscriviti ora (nel seguente form) e rimani aggiornato con importanti novità sulla Terapia a Seduta Singola e il prossimo Simposio di TSS (10-12 Novembre 2023, Roma, Italia)

Angelica Giannetti