Che cos’è la Terapia a Seduta Singola? Un’introduzione

Terapia a seduta singola

Un’introduzione alla Single Session Therapy.

Può una sola seduta essere sufficiente per alcune persone?

Questo è il presupposto da cui sono partiti tutti gli studi sulla Terapia a Seduta Singola e tutti conducono a risultati univoci: sì, una sola seduta può essere più che sufficiente. E non solo per alcune persone.

Premesso ciò, la prima domanda che può porsi lo studioso e il professionista è: che cos’è la Terapia a Seduta Singola?

 

La Terapia a Seduta Singola (TSS) non è un modello teorico

Prima di tutto, la Terapia a Seduta Singola non è un modello teorico univoco.

In altre parole, non è un approccio a sé stante come la psicoanalisi, la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia sistemico-relazionale.

La Terapia a Seduta Singola è piuttosto una cornice, un modo di fare terapia e consulenza, finalizzato a massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro.

 

La Terapia a Seduta Singola non dura necessariamente una sola seduta

Come spiegano Hoyt e Talmon (2014b), una delle maggiori incomprensioni è pensare che fare TSS significhi sempre fare una sola seduta. Questa è una concezione errata. Fare TSS significa lavorare con l’obiettivo di trarre il massimo da ogni singola seduta, il che comporta – questo sì – che ogni singola seduta possa essere potenzialmente l’ultima e, di conseguenza, che la terapia possa durare anche una sola seduta.

Se, inoltre, consideriamo che tutti gli studi mostrano all’unanimità che il numero più frequente di sedute in psicoterapia è 1 (si presenta dal 20 al 50% dei casi, a seconda degli studi – Hoyt & Talmon, 2014a), diventa chiaro come sia importante trarre il massimo da ogni singolo incontro.

Come spiegherò meglio in un altro articolo, negli ultimi 30 anni gli studi sulla Terapia a Seduta Singola si sono appunto concentrati nel ricercare e approfondire tutti quei fattori che possono potenziare gli effetti di ogni singolo incontro (se vuoi iniziare a esplorarli, scarica il nostro EBook). Per questo la TSS non è un approccio terapeutico: qualunque forma di psicoterapia (e non solo, come vedremo) può integrare al suo interno gli aspetti della Terapia a Seduta Singola.

E così avviene, di fatto. I terapeuti che utilizzano le logiche, i principi e le linee guida della TSS nella propria pratica professionale provengono da approcci diversi, anche molto lontani tra loro.

 

Può una sola seduta essere sufficiente per alcune persone?

Qui torniamo alla domanda iniziale e la risposta ancora una volta è: sì.

Le prime osservazioni sulla TSS furono condotte da Moshe Talmon, quando intorno al 1986 riscontrò l’alto tasso di drop-out presente all’interno del servizio di psicoterapia in cui lavorava (si trattava di un ospedale facente parte al Kaiser Permanente, una delle più grandi organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti).

Dopo aver riscontrato in altri studi questo dato, Talmon volle capirne le ragioni. Raggiunse telefonicamente 200 suoi pazienti visti una sola volta e ottenne una risposta sorprendente: il 78% di essi sosteneva di aver beneficiato di quell’unico incontro e di non esser tornato in terapia per questo motivo (Talmon, 1990).

Questo dato fu poi confermato da uno studio successivo, la prima ricerca sistematica focalizzata sulla Terapia a Seduta Singola, diretta da Michael Hoyt e condotta assieme a Robert Rosenbaum e Moshe Talmon, il quale aveva messo insieme il gruppo.

In quella prima ricerca venne condotta una TSS su 60 pazienti: ebbene, il 58% ritenne di non aver bisogno di ulteriori sedute (Hoyt, Talmon & Rosenbaum, 1990).

Si tenga presente che 60 pazienti non sono un numero irrilevante: perché una ricerca statistica abbia un minimo valore rappresentativo occorre avere almeno 30 soggetti (si parla in certi casi di indagine pilota o preliminare). E in psicoterapia, ovviamente, i numeri difficilmente sono quelli dell’industria farmaceutica, che ha la possibilità di sperimentare i farmaci su centinaia di migliaia di persone in poco tempo.

Tuttavia, per fugare ogni dubbio, i risultati ottenuti da Hoyt, Rosenbaum e Talmon sono stati confermati negli anni da altri studiosi, e in diverse parti del mondo. Giusto per citarne uno, in Australia è stato condotto uno studio su oltre 100’000 pazienti, il 42% dei quali ha ritenuto sufficiente una singola seduta (Weir, Wills, Young & Perlesz, 2008). Di questo e altri parleremo negli articoli successivi.

Tutti questi risultati sono stati ovviamente confermati nei follow up, alcuni dei quali arrivati anche fino a 8 anni.

 

Come condurre una Terapia a Seduta Singola?

Ci sono diversi modi per farlo e diverse esperienze nel mondo.

Nel corso delle prossime settimane parleremo, in articoli come questo, di linee guida, principi pratici e presupposti; riferiremo costantemente i risultati delle ricerche più recenti e importanti sulla TSS, sia da un punto di vista clinico che statistico; e continueremo con cenni storici, sviluppi pratici e applicazioni in diversi ambiti, così da aiutare il professionista a capire e adottare al meglio la Terapia a Seduta Singola nella propria pratica professionale. Vi invitiamo quindi a seguire queste pagine per continuare a rimanere aggiornati.

Inoltre, se volete avere una panoramica e cominciare già ad adottare alcune logiche base per condurre una Terapia a Seduta Singola, potete scaricare l’EBook gratuito in cui trovare le informazioni per cominciare a conoscere e praticare la TSS (clicca qui).

Infine, chi lo desidera può effettuare la pre-iscrizione al workshop formativo in Terapia a Seduta Singola: dato che i posti saranno limitati per garantire una formazione corretta, chi effettua la pre-iscrizione riceverà in anticipo la mail per confermare o meno la sua partecipazione (clicca qui).

 

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Founder dell’Italian Center for
Single Session Therapy

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche” o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

 

Riferimenti bibliografici

Hoyt, M.F. & Talmon, M. (eds.) (2014a). Capturing the Moment. Single Session Therapy and Walk-In Services. Bancyfelin, UK: Crown House.
Hoyt, M.F. & Talmon, M. (2014b). Editors’ Introduction: Single Session Therapy and Walk-In Services. In M.F. Hoyt & M. Talmon (eds.) (2014a), op. cit., pp. 2-26.
Hoyt, M.F., Talmon, M. & Rosenbaum, R. (1990). Sixty attemps for planned single session therapy, manoscritto non pubblicato.
Talmon, M. (1990). Single Session Therapy. San Francisco: Jossey-Bass (Tr. it. Psicoterapia a seduta singola. Milano: Erickson).
Weir, S., Wills, M., Young, J. & Perlesz, A. (2008). The implementation of Single Session Work in community healt. Brunswick, Australia: The Bouverie Centre, La Trobe University.

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