Dopo il workshop con Michael Hoyt: numeri e feedback

Dopo il workshop con Michael Hoyt: numeri e feedback
 Ci è voluto un po’, ma finalmente eccovi tutti i dati del workshop di Roma con Michael F. Hoyt, capo ricercatore del gruppo originale che ha elaborato il primo modello di Terapia a Seduta Singola! In attesa del prossimo workshop a Febbraio 2018, un po’ di numeri su quello appena svolto.

Oltre 50 persone, un evento che ha richiesto molta organizzazione da parte nostra e che non sapevamo se avrebbe avuto il successo meritato.

5o tra psicologi e psicoterapeuti da tutta Italia: 

  • chi per apprendere un metodo che permette di rispondere alle nuove esigenze emergenti
  • chi per integrarlo in specifiche situazioni su cui la TSS calza come un guanto
  • chi per desiderio di massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei propri interventi.

Se nello scorso workshop, il secondo in Italia, ci siamo chiesti se eravamo riusciti a migliorare le nostre performance rispetto al primo (mission complete!), in questo la domanda veniva un po’ meno: non sarebbe stato preciso accostare i precedenti eventi con questo workshop atipico (tre docenti anziché due, 50 persone anziché 20, nuovi temi, un’organizzazione diversa…).

Peraltro i voti sono stati o uguali alle edizioni precedenti, o vicininissimi di alcuni centesimi (ad es il voto globale di Milano è stato 8,82, mentre questo è stato 8,76 – una differenza di 0,06…), o addirittura più alti (sempre di qualche centesimo, diciamolo).

Chiara Caleffi, psicologa che ha mostrato un’intensa partecipazione al workshop, ci lascia questa prima impressione:


Questo nostro incontro è stato illuminante per me e metterò subito in pratica quello che ho acquisito.
Sono a caccia di momenti da catturare, sapendo di voler dare il meglio per crearli.
Ringrazio ognuno di voi per il contributo offerto e ringrazio me stessa per essermi messa in gioco.


Ma seppure il confronto tra eventi così diversi non ha senso, rimane un punto: “Di Dio ci fidiamo, tutti gli altri devono portarci dei dati”, come dice Edwards Deming. Quindi, ok che non possiamo fare paragoni, ma alla fine, il workshop, come è andato?

 

 Valutazione globale del workshop in Terapia a Seduta Singola

Come nei precedenti workshop, anche qui abbiamo chiesto di valutare sia diversi aspetti, che vedremo tra poco, sia di dare un voto scolastico all’intero workshop, che va da 1 a 10.

Com’è andata?

Valutazione globale (1-10):

8,7

 

Ci viene quasi da piangere… Stavolta il voto non è di una classe di 20 persone: è una classe di oltre 50. E un docente americano, con cui ti sei coordinato negli scorsi mesi ma con cui naturalmente non hai potuto avere un confronto completo e complesso come quello vis-à-vis, è una bella variabile indipendente.

Questo voto, identico al workshop che tenemmo proprio a Roma, a gennaio, ci ha fatto pensare che lungo tutto quest’anno siamo davvero riusciti a creare qualcosa di buono.

 

 

Utilità del workshop

Una delle misure che più ci preme è l’utilità.

Quando abbiamo organizzato il primo workshop in Terapia a Seduta Singola siamo partiti da una constatazione: la maggior parte della formazione in psicologia e psicoterapia in Italia a cui abbiamo partecipato si è rivelata scarsamente utile.

Alla fine dei corsi, insomma, ritenevamo di aver acquisito poco e niente dell’argomento trattato, e di non sapere davvero come utilizzarlo nella nostra pratica (e allora che li avevamo spesi a fare i soldi del workshop?). 

Che la spendibilità sia stata ottima ce lo dice Patrizia Ziti, psicologa dello sport che lavora con gli atleti oltre ad essere volontaria con l’Ordine di Malta nelle situazioni di emergenza:



Il workshop è stato condotto in modo eccellente, gli argomenti trattati sono stati interessanti ed arricchenti.

Mi ha permesso di acquisire competenze appropriate per saper rispondere in modo adeguato a richieste, da parte dei clienti, sempre più mirate alla soluzione immediata dei problemi o dalle situazioni difficili.

Voglio da subito attivarmi per utilizzare l’approccio della TSS nel mio studio privato.

 


Così, nel nostro workshop, abbiamo chiesto di valutare le singole caratteristiche, su una scala da 1 (poco) a 5 (molto). Per lo scopo abbiamo identificato 4 item:

  • gli obiettivi che abbiamo promesso sono stati raggiunti?
  • i contenuti sono stati adatti ai tuoi interessi professionali?
  • esercitazioni e interazioni sono state in grado di farti apprendere quanto trattato?
  • pensi di poter applicare da subito nella tua pratica quanto hai appreso?

Come è andata?

Utilità del workshop (1-5):

4,5

La cosa che più ci ha inorgoglito è che il terzo item continua a salire: nella prima edizione era 4,3, nella seconda 4,6, e in questa è stato 4,7! Abbiamo curato molto l’aspetto delle esercitazioni, ma in questa edizione, con così tanti partecipanti, temevamo che ci saremmo persi qualche dettaglio, e invece…

Questo piccolo ma soddisfacente nuovo aumento è sicuramente anche merito di un nuovo esercizio, insegnatoci da Michael Hoyt, e che riproporremo nelle prossime edizioni (a partire dal workshop in Terapia a Seduta Singola a Roma, il prossimo 10-11 febbraio 2018).

Monica Aitanga Leva, psicologa che si era iscritta già prima di sapere della presenza di Hoyt (pensate la sorpresa!), ha scritto:


Ho iniziato già dal giorno seguente a mettere in pratica alcuni dei punti focali della TSS nel corso di sedute “tradizionali” già avviate da tempo e devo dire che ho percepito un miglioramento della mia esperienza soggettiva per quanto riguarda:

  • la focalizzazione dell’obiettivo del paziente all’interno della specifica sessione
  • la restituzione più puntuale degli aspetti di risorsa e impegno nel lavoro terapeutico (cosa che, mi sono accorta, accresce il senso di alleanza…)
  • e, più di tutto, un risultato migliore, in termini di efficacia, di un feedback sistematico nel corso della seduta!!!

Tutto questo per dire che sono veramente molto soddisfatta dell’acquisizione di questo nuovo assetto metodologico e che sono molto felice di continuare a condividere con voi nuovi sviluppi della TSS ed esperienze personali!


La docenza è stata adeguata?

Come, spero, dimostra questo articolo, vogliamo metterci sotto esame, agli occhi di tutti. Fin dall’inizio abbiamo preteso che anche i docenti venissero valutati, perché se qualcosa non funziona dev’essere spunto per migliorare e dare ancora di più nelle edizioni successive.

Gli item vanno a identificare 5 aree:

  • preparazione
  • chiarezza di esposizione
  • competenza nel rispondere a dubbi e domande
  • capacità di mantenere viva l’attenzione
  • capacità di gestione del tempo.

Ancora una volta possiamo essere soddisfatti:

 

Docenti (1-5):

4,7

Hoyt ovviamente ci ha fatto sfigurare (naturalmente abbiamo fatto valutare anche lui!): ha ottenuto voti leggermente più alti di di tutti, anche se appunto la media è stata alta per tutti e tre.

Ciò su cui abbiamo peccato è stata la gestione del tempo, su cui abbiamo ottenuto il voto più “basso” (una media di 4,6 su 5 – sì, rimane un ottimo risultato, sto solo dicendo che è il meno alto). Da un lato penso che sia stato davvero inevitabile, considerato che tutti gli interventi di Hoyt venivano tradotti in sequenza; dall’altro non voglio prendere niente come un giustificativo, quindi, come sempre: guardia alta.

Comunque, siamo riusciti a far prendere i treni in orario a tutti quanti!

Ecco un commento di Giammario Mascolo, psicologo e psicoterapeuta strategico, oltre che esperto di ipnosi, EMDR e lavoro con le disabilità, che ci dà anche un prezioso feedback:


Giammario MascoloPer quanto riguarda l’esperienza è stata anche per me molto stimolante.

Sono convinto che la possibilità di applicare tecniche e metodologie innovative ciascuno al proprio approccio di partenza sia la strada che segnerà il futuro della nostra professione.

A tal proposito forse, se proprio vogliamo trovare qualcosa di migliorabile – e non è facile -, mi sarebbe piaciuto vedere dimostrazioni fatte da persone diverse (Federico o lo stesso Michael) invece che dal solo Flavio.

Però, ripeto, è proprio per trovare il pelo nell’uovo perfetto.

Grazie ancora e alle prossime occasioni. 


Gianmario si riferisce al fatto che durante le due giornate, oltre al video, mostriamo anche una TSS in diretta con uno dei partecipanti (e con un problema reale!). Effettivamente sarebbe stato bello poterlo fare con tutti e tre i docenti: il tempo, ahimé, è stato tiranno!

Il materiale usato

Una persona, a fine workshop, ci ha detto: “Mi chiedevo come mai il workshop costasse un po’ di più rispetto alla media. Ora l’ho capito.” Oltre a riferirsi, spero!, alla qualità della formazione (trapelata da questi voti), parlava anche del materiale: una Penna USB con i riferimenti teorici, un workbook che in quest’edizione ha superato le 40 pagine, con approfondimenti ed esercizi, tutte le slide stampate per ogni partecipante, e il video, che proietta un’intera TSS con evidenziati i suoi punti chiave.

Assieme alle esercitazioni, quello del materiale regalato e utilizzato è sempre un punto chiave per noi: l’esperienza formativa dev’essere totalizzante; devi uscire da qui avendo la solida certezza che potrai fare una TSS fin dal giorno dopo.

Come è andata?

Materiali utilizzati (1-5):

4,7

Solo tre decimi per arrivare alla perfezione!

Intanto, ecco il feedback di Paola Biondi, consigliera dell’ENPAP e dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che aveva già partecipato al primo workshop e che ha voluto ripetere l’esperienza:


Ho partecipato al primo workshop sulla TSS e mi sono stupita di come abbia potuto imparare ancora tanto.
È stato un seminario ricco, interessante, rinnovato, rigenerante.
Michael Hoyt è un vero e proprio mago: mischia e combina elementi diversi tra loro (approcci, tecniche, metodologie) e li assaggia via via che si “cuociono” insieme alla persona con cui lavora.
Penso che continuerò a praticare e a formarmi sulla TSS: la ritengo una metodologia trasversale efficace e rapida, adattabile a contesti, target, orientamenti, culture.
Un enorme grazie!


L’organizzazione generale

Ed ecco il tasto dolente…

Nella prima edizione avevamo ottenuto un voto globale dell’organizzazione di 4,8.
Nell’edizione successiva, a Milano, eravamo scesi a 4,5. Ci eravamo detti che il problema era proprio il fatto di non aver potuto visionare prima la sede e di non conoscere la città bene come Roma.

Questa volta siamo scesi ancora un pochino:

Organizzazione generale (1-5):

4,4

Parliamo sempre di un ottimo voto, in una scala da 1 a 5. E a dirla tutta ci aspettavamo molto meno, dato che per la prima volta passavamo da 20 persone a 50. Ciò che ci ha fregato è stato… il pranzo.

Mentre gli item che hanno riguardato più direttamente noi (abbiamo scelto una sede facile da raggiungere? le nostre comunicazioni – mail, indicazioni ecc. – sono state adeguate? complessivamente abbiamo organizzato un buon evento?) hanno ottenuto una media di 4,7, l’item che valutava il locale e i suoi servizi ha ricevuto un 3,7!

In realtà, a parere nostro e dei partecipanti, il locale era ok. Purtroppo, però, il primo giorno i tempi del pranzo si sono allungati tantissimo, e quest’ultimo non è stato neanche eccezionale. E si sa, noi italiani possiamo accontentarci su tutto, ma se parliamo del cibo…

Però! Non voglio fare lo scarica barile: la colpa è nostra. Probabilmente avremmo dovuto essere più pignoli nelle richieste su tempistiche e varietà del pranzo. La prossima volta ci organizzeremo meglio.

Intanto, ecco il feedback della collega Carmen Calcagno, che si riferisce alle esercitazioni fatte in prima persona e su problematiche reali, così da poter testare in pieno e soprattutto realmente la portata della TSS:


Il corso per me è stato molto produttivo, mi ha chiarito come si procede nel metodo, che ho sperimentato su di me mediante gli esercizi, lavorando su un paio di questioni che mi stanno molto a cuore: un fatto del tutto inatteso! Mi si è aperto uno scenario sulle mie possibili risorse da cercare e da esplorare. Partire da sé è sempre un esercizio difficile e ciò che funziona su di sé funziona anche con i propri pazienti. Grazie


 

Prossimo workshop: Roma 2018

Che possiamo dire? Il workshop con Michael è stato stupefacente (pranzi a parte!). La Prof.ssa Maria Bologna, a capo di un Dipartimento di Salute Mentale a Reggio Emilia, docente presso delle scuole di psicoterapia, nonché studiosa della TSS già da diversi anni, ha partecipato al nostro corso dandoci infine questo feedback:


Caro Team,
ho apprezzato molto la buona opportunità di condivisione e confronto delle esperienze.
In particolare:

  • la cura del pre-workshop con l’invio di materiale informativo
  • la sottolineatura attenta e dimostrata dei passaggi chiave del metodo
  • il rispetto dei modelli di riferimento di ciascuno
  • l’atteggiamento positivo di trasmissione-praticabilità (“si può fare!”)

Grazie a Voi per il supporto e grazie al Dr. Hoyt che ha voluto condividere la sua esperienza con generosità.


Soprattutto perché non solo i partecipanti, ma anche noi abbiamo potuto apprendere da lui una serie di cose con cui migliorare ulteriormente gli eventi successivi. Se al tempo della mia formazione con lui avevo potuto apprendere la TSS come terapeuta, vederlo in azione stavolta dal punto di vista del formatore mi ha dato una serie di nuovi stimoli, che stiamo già integrando nella preparazione del prossimo workshop.

Personalmente non vedo l’ora di tenerlo, in modo da integrare tutti questi nuovi stimoli. Inoltre, come forse già sai, dal prossimo anno lanceremo ufficialmente il progetto OneSession.it, il primo portale italiano con terapeuti a Seduta Singola, dove le persone possono specificatamente trovare psicologhe e psicologi formati in TSS e richiedere loro quello specifico servizio. Attualmente è già online, in fase di testing.

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Founder dell’Italian Center
for Single Session Therapy

 

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