Terapia a Seduta Singola per famiglie: il Bouverie Center

Terapia Seduta Singola per famiglie

Terapia a Seduta Singola per famiglie

Si può utilizzare la Terapia a Seduta Singola con le famiglie?
Sì, ed è quello che fa da venticinque anni il Bouverie Center.

Quando dieci mesi fa sono andato a Melbourne, in Australia, l’ho fatto per apprendere la TSS da quello che, a mio parere, è il Centro che ha saputo integrarla meglio, sia a livello di struttura, che di sviluppo tecnico e applicativo.

Diretto da Jeff Young, il Bouverie Center è un centro per famiglie attivo sia dal punto di vista clinico, facendo quotidianamente terapie e consulenze per famiglie e individui, che formativo: oltre a formare centinaia di terapeuti nella TSS, alcuni anni fa è stato incaricato dal Department of Health dello Stato del Virginia di implementare la Terapia a Seduta Singola all’interno di all’incirca una ventina di strutture sanitarie di tutto il territorio – un fantastico lavoro che all’Italian Center abbiamo studiato nel dettaglio.

Ma come funziona la Terapia a Seduta Singola di questo centro per famiglie?

Single Session Work

Innanzitutto c’è da precisare che al Bouverie chiamano gli interventi di TSS in un modo peculiare: Single Session Work, che in italiano potremmo rendere come Attività o Interventi a Seduta Singola.

Questo perché la TSS in effetti è una metodologia molto personalizzabile, un’implementazione alle pratiche cliniche che può essere usata a più livelli. Sebbene nei nostri corsi la insegniamo a psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, con le opportune modifiche si è in grado di farla utilizzare anche ad assistenti sociali, infermieri, medici e altri professionisti riconosciuti per le relazioni di aiuto.

Naturalmente ciò che può essere e non può essere fatto da ciascuno di loro dipende in larga misura da ciò che prevede la legge, ma il fatto che la TSS è una metodologia che permette di massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro, per aiutare la persona a individuare e utilizzare le proprie risorse per superare, sbloccare, o anche cominciare a migliorare i propri problemi e difficoltà, fa sì che negli anni il Bouverie (e non solo, come vedremo in altri articoli) l’abbia sapientemente e diligentemente declinata per le diverse figure professionali.

Dopotutto sono tutte professioni in cui l’interazione con la persona ha un ruolo fondamentale, ed è una leva strategica per migliorare l’efficacia e l’efficienza del lavoro da fare insieme. 

Terapia Seduta Singola per famiglie 2

Terapia a Seduta Singola per famiglie

La struttura generale della Single Session Work

In realtà il cambiamento del nome è solo una volontà di usare un’etichetta più appropriata: i fondamenti della TSS rimangono gli stessi, ovviamente nella personale declinazione del Bouverie Center – che è una di quelle che principalmente ha influenzato anche il nostro lavoro all’Italian Center for Single Session Therapy.

Sinteticamente, la struttura del loro lavoro, per quanto riguarda il Bouverie Center, si divide in 3 grandi fasi:

1 – Accoglienza (In-take)

In questa fase si include sia il contatto telefonico che il momento in cui la persona arriva alla struttura.

La telefonata, come già Talmon (1990) aveva suggerito, è un momento importante per raccogliere alcune informazioni in pochi minuti e per dare un accenno sulla TSS. Infatti al telefono diviene possibile avere un’idea iniziale se il problema presentato possa essere o non essere adeguato a una TSS. Pur essendo questa metodologia adatta a massimizzare l’efficacia di ogni singolo incontro, anche in un percorso fatto di più sedute, alcune condizioni particolari possono rivelarsi poco adatte al proporre fin dall’inizio la possibilità di un’unica visita.

Volutamente non specifico “quali condizioni”, perché a mio parere questa è una scelta che dipende in larga misura dal professionista e dalla struttura.

Prima ancora di arrivare al Bouverie, alla persona viene inviato un questionario (molto simile a quello che diamo finora anche noi – sebbene stiamo per implementarne uno diverso, più mirato ad aiutare la persona e il professionista a individuare su cosa lavorare) che permette di definire un obiettivo primario e secondario su cui vorrebbe concentrarsi in quella seduta, e il grado di motivazione e aspettativa che ritiene di avere.

La persona dovrà portare il questionario compilato il giorno dell’incontro, ma se non dispone di un’email, se lo ha dimenticato, o se non è possibile inviarglielo, il questionario le viene dato direttamente appena arrivata (questo è quello che facciamo generalmente presso l’Italian Center), potendo compilarlo in pochi minuti.

Nello specifico delle famiglie, il questionario può essere compilato dal richiedente o dai genitori.

2 – La sessione

A questo punto la famiglia, o l’individuo (vengono fatte anche terapie individuali, naturalmente), incontra il terapeuta per l’incontro vis-à-vis.

La seduta di terapia famigliare presso il Bouverie Center normalmente dura intorno ai 60-90 minuti, ma ricordiamo che in letteratura si trovano TSS da 30, 50, 60, 90, 120 e 150 minuti, a voler dire che il fattore tempo è una scelta a completa discrezione della struttura o del professionista.

La seduta viene svolta seguendo dei principi che approfondiremo in un articolo successivo. Tra questi, in sintesi, il terapeuta mira ad aiutare la persona a individuare un obiettivo preciso da raggiungere in quella seduta (aiutandosi con il questionario), la aiuta in modo gentile a rimanere sul focus e sulla priorità che si sono dati, e gestisce il tempo a disposizione con lo scopo di massimizzare l’efficacia della seduta.

Un elemento importante è che durante questa vengono valute le situazioni a rischio (ad es. rischio suicidio, violenza ecc.). In questo caso vengono seguite le usuali procedure di sicurezza del centro attuate in tali situazioni. Altrimenti, se alla fine della seduta si stabilisce che quell’unico incontro è sufficiente, ci si dà appuntamento da 1 a 3 settimane dopo per un follow up telefonico.

3 – Il follow-up

Durante il follow-up telefonico, che dura approssimativamente 10-20 minuti, il professionista indaga sugli effetti a breve termine dell’incontro: chiede, cioè, come sono andate le settimane successive alla Seduta Singola, valutando gli effetti di quest’ultima insieme alla persona.

Se necessario fornisce ulteriore assistenza, ad esempio prendendo un nuovo appuntamento. In questo caso le opzioni sono diverse: si può optare per una nuova Seduta Singola, o per iniziare una terapia progressiva (ongoing therapy, la tradizionale forma di percorso terapeutico in più sedute), o ancora si può indirizzare la persona verso un altro servizio/programma.

Se invece non è necessario, semplicemente ci si saluta lasciando la porta aperta per qualunque altra necessità, sia relativa a quanto affrontato nella Seduta Singola, sia relativa a eventuali nuove richieste/difficoltà.

Inoltre, sempre durante il follow-up, il professionista compila un modulo in cui registra i risultati della seduta, e avvisa il paziente che il Centro potrebbe inviargli un questionario per valutare la soddisfazione dell’intervento.

Conclusioni

Il metodo del Bouverie Center è a nostro avviso uno dei più sistematici, sia nella forma dell’intero intervento (appena vista), sia in particolare nella struttura della Seduta Singola. Insieme al metodo di Hoyt, Talmon & Rosenbaum (Talmon, 1990) e a quello di Slive & Bobele (2011), è quello che ci ha più influenzato nella messa a punto del modello dell’Italian Center.

In particolare si rivela molto utile per le strutture sanitarie, che difatti in Australia hanno implementato con diverso successo la TSS negli ultimi decenni. In un articolo futuro ci occuperemo di analizzare anche i risultati generali di questa implementazione.

 

Se vuoi saperne di più sulla Terapia a Seduta Singola e approfondire il metodo, puoi leggere il nostro link (clicca qui) “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”o partecipare a uno dei nostri workshop (clicca qui).

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Founder dell’Italian Center for
Single Session Therapy

Bibliografia

Slive, A. & Bobele, M. (2011).  When One Hour is All You Have: Effective Therapy for Walk-in Clients. Phoenix, AZ: Zeig, Tucker & Theisen.
Talmon, M. (1990). Single session therapy: Maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter. San Francisco: Jossey‐ Bass.
Weir, S., Wills, M., Young, J. & Perlesz, A. (2008). The implementation of Single Session Work in community healt. Brunswick, Australia: The Bouverie Centre, La Trobe University.

 

Iscriviti ora (nel seguente form) e rimani aggiornato con importanti novità sulla Terapia a Seduta Singola e il prossimo Simposio di TSS (10-12 Novembre 2023, Roma, Italia)